Matteo Piano 2 novembre 2016 1 commenti

Ti saluto così , con una storia.
L’affetto non ha sempre un perché , non ha una misura fissa, questo è il suo bello, il suo punto forte. A volte ci si affeziona a persone senza nemmeno conoscerle troppo , e ci si vuole bene e basta. Nessuna spiegazione superflua, voler bene arricchisce , provare affetto riempie . img_0008
Ti ho conosciuta provando a capire quale fosse il campanello del mio appartamento, li suonavo tutti finché il mio paziente amico Jacopo non mi dava segni di vittoria. Ad un certo punto, forse stufa del concerto di citofoni che stavo provocando ,esci di casa e mi urli “che continui a suonare ??C’hai bisogno ?”. Sfacciatamente ti dico” eh sto cercando il mio campanello!!”. Ridiamo, non ci conosciamo ma già ridiamo con una certa disinvoltura, ride anche Jacopo appena capisce che non mi avresti riempito di insulti. Ci accendi il citofono, che sennò non avrebbe mai suonato, e senza che ce lo dicessimo sapevamo che ci saremmo cercati nei momenti di piccole necessità tra vicini di casa. E così è stato, sempre pronti a fare due chiacchiere rientrando a casa dagli allenamenti e sempre gentile quando ci autoinvitavo per qualche caffè . Una volta ce lo hai portato anche a casa, ci hai lasciato le tazzine da lavare dopo che avevo insistito per riportatele pulite, promettendoti che non le avrei rotte . Anche Jacopo si era raccomandato a sua volta e io prontamente cosa ho fatto ?. Le ho rotte subito dopo averle lavate. Ero disperato e quando mi chiedevi le tazzine non riuscivo a dirti cosa avessi combinato . Allora te ne comprai poi dodici(nonostante ne avessi rotte tre) e tu mi hai sgridato perché non solo te le avevo rotte ma pure ricomprate .
Mi hai aiutato anche a sistemare la macchina quando ho lasciato definitivamente casa perché ero un disastro ad incastrare i bagagli. Ti volevo bene e ti saluto così , con la naturalezza con cui lo facevi tu.

Un pensiero su “Ti saluto con affetto. E.”

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