Matteo Piano 6 luglio 2016 4 commenti

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Una persona a me molto cara oggi ha condiviso questo post sul suo profilo Facebook.
Lo ha scritto Massimo Rossi, ex presidente della provincia di Ascoli Piceno, ed io lo voglio condividere a mia volta, perché credo che vada letto.
“Chimiary é stremata, distrutta, inconsolabile. Qui nel reparto rianimazione dell’ospedale, le stanno proponendo la donazione degli organi di Emanuel, per dare la vita, magari, a quattro nostri connazionali… Lui, Emanuel, che era scampato agli orrori di Boko Haram nella sua Nigeria; con lei, la sua amata compagna, era sopravvissuto alla traversata del deserto, alle indicibili violenze della Libia, alla tragica lotteria della traversata del mare. Da noi si aspettava finalmente umanità, protezione ed asilo. A Fermo, nella mia “tranquilla” provincia, ha invece incontrato la barbarie razzista che cresce nell’indifferenza, nell’indulgenza e nella compiacenza di larghi settori della comunità, della politica, delle istituzioni. L’hanno ammazzato di botte dopo averlo provocato, paragonandolo ad una scimmia, due picchiatori, figli della città, cresciuti nell’umus del fascistume infiltrato ampiamente nella tifoseria ultras. Loro, che paragonarli alle bestie offende l’intera specie animale. Le mie lacrime, le nostre lacrime e la nostra vergogna per questo orrore che si é nutrito della putrefazione della nostra insensibilità, del nostro egoismo e delle nostre paure non basta affatto. Cosa dobbiamo attendere ancora per mettere al bando con ogni mezzo, tutti noi, cittadini e Istituzioni, il razzismo e fascismo che si annida nella nostra vita sociale e politica?”.

La cruda realtà come questa ti svuota.
Ti svuota come essere umano.
Il mio presente , molti anni fa era il futuro di tante persone , di molte menti illuminate che hanno combattuto con delle vere battaglie il razzismo cercando di farlo quasi scomparire nel “loro futuro”. Purtroppo non ci sono e non ci siamo ancora riusciti ,e di strada credo ce ne sia da fare ancora tanta.
Ognuno può avere delle idee, dei principi, delle convinzioni ma odiare la diversità di qualsiasi tipo non è un’idea, non è una presa di posizione. ODIARE LA DIVERSITÀ È IGNORANZA ,che in casi come questo può arrivare ad efferata crudeltà .
Le mie parole vi assicuro non sono fatte per moralizzare o per affinità politiche ; scrivo queste poche righe semplicemente perché sono ferito come uomo da tutto ciò .
Vi abbraccio .
Teo

4 pensieri su “L’odio della diversità porta alla guerra.”

  1. Hai ragione Matteo,leggere vicende di questo genere ti svuota e ti fa venire una gran rabbia…se poi vai a leggere la storia di questi due ragazzi e della sofferenza di cui purtroppo la loro vita è stata troppo piena, la rabbia ti sale proprio in gola con un gran magone… però si deve fermare lì e si deve trasformare in impegno, in gesti quotidiani di civiltà, di accoglienza, di comprensione, con il quali contaminare una società che è sicuramente inquinata, ma che ha anche tanto bisogno di energia pulita… non aspettiamoci nulla dalle istituzioni, dalla giustizia… come dice un caro amico, la goccia siamo noi… giochiamocela fino in fondo e in ogni dove.E quindi grazie per averci permesso di condividere pensieri di averci fatto fermare per riflettere, anche questa è una goccia. “L’inferno è tutte le volte che decidi di non amare o non puoi amare….l’inferno è pura sottrazione, è togliere tutta la vita e tutto l’amore da dentro le cose.” ” cit. A presto, Erika

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